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Premio Cultura Proloco San Pietro in Cariano 2023
IV Edizione

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre 2023
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Partecipanti (187) tutti ammessi al premio.

Giuria del premio 2023
Gian Battista Fasoli, Daniela Fornaro, Paolo Francia, Antonio Nesci, Aldo Ridolfi ed Elisa Zoppei,

Risultati

Il giorno 14 ottobre 2023 alle ore 10,00, Gian Battista Fasoli, Daniela Fornaro, Paolo Francia, Antonio Nesci, Aldo Ridolfi ed Elisa Zoppei, componenti la giuria del IV Concorso Nazionale di Poesia in lingua italiana “Premio Cultura Proloco 2023” e Silvano Zorzi – responsabile del concorso (senza diritto di voto) – si sono riuniti in Pedemonte (VR) per concludere i lavori. Tutti i concorrenti (187) sono stati ammessi al premio.
Dopo meditata lettura e approfondita discussione, la Giuria ha redatto la classifica finale e per evidenziare il valore delle opere pervenute, ha deciso all’unanimità di aggiungere sei Segnalazioni e un premio speciale per gli autori partecipanti di Verona e provincia – Dedicato alla memoria di “Bepi Sartori” (poeta).


Classifica Finale
1° class. – “Io posso dimorare nell’assenza” – di Monia Casadei (Cesena) – (300,00 € e diploma);
2° class. – “Nel quadrante della malinconia” – di Gennaro De Falco (Milano) – (200,00 € e diploma);
3° class.- “Falena” di Giancarmine Fiume (Como) – (150,00 € e Diploma);


Premio Speciale della Giuria “- “Silenzio immoto” – di Andreas Georgallides (Cipro) – (100,00 € e diploma)


Premio Speciale “Mario Dalla Fini – Pittore” “Certo ci scriveremo ogni tanto” – di Ivan Fedeli (Milano)
Premio Speciale “Bepi Sartori – Poeta” “Te sé rivà” – di Giuseppe Reversi (Peschiera del Garda – VR)


Riconoscimento speciale per l’originalità della ricerca linguistica e la significativa pregnanza emotiva a Gabriele Garofalo (anni 16) – (Cosenza)

A

utori Segnalati:
Camilla Ugolini- (Verona) con la poesia “kintsugi”;
Roberto Ragazzi – (Rovigo) con la poesia “Aggrappata al tacere”
Antonella Vara – (Palermo) con la poesia “Che ne sapete voi”
David Bracaloni – (Lucca) con la poesia “il mio vanto è l’amore”
Egizia Malatesta – (Massa Carrara) con la poesia “Polvere”
Fabrizio Begoli – (Monza Brianza) con la poesia “diritti e doveri”.


Pedemonte (VR) 14/10/23

Opere vincitrici


1° Classificata Monia Casadei (Cesena)
Io posso dimorare nell’assenza


Io posso accomodarmi e dimorare
in questo spazio vuoto – inabitato – cui, ospite, riedo (disadorno).
Posso occuparlo, viverlo, riempirlo
di brattee, di piumaggi (di boccioli)
per farmene una tana – un frontisterio – e quindi rimanervi, sistemarmi,
compormi nel suo grembo – percolante-
nutrirmi del suo odore, ammobiliarlo.
Posso abitarlo, accoglierlo, accasarmi,
intervallarmi io stessa (frontierizia)
al suo silenzio concavo – mancante – ed ammannirlo alfine come un desco – solitario.
Posso albergarmi ancora nel mio petto – sia pur cavo,
effondervi fragranze di restanza
(talora melanconica, ma densa)
e di partenza – di crasi vicendevole
tra estremi – stanziarmi ed accamparmi (stabilirmi),
accavallarmi tutta d’emozioni
e, senza boccheggiare – ricomposta – persino respirarmi tra le mura.
E alfine potrei pure innamorarmi – con il tempo – come si ama un argine (insulare)
se pacioso,
e farmene ghermire tutta intera,
soltanto radicandomi all’interno – come un seme.


2° classificato Gennaro De Falco (Milano)
Nel quadrante della malinconia


Nel quadrante della malinconia di Celan
dodici volte rinnegammo il mondo
e dodici volte rendemmo l’istante eternità,
e per ogni tempo dei tempi
ripetemmo il verbo,
la promessa delle carezze.
E deviammo un raggio del tramonto,
e stretto lo annodammo ai fianchi,
e ci scoprimmo solchi di universo
nel silenzio fisso della pianura.


3° classificato Giancarmine Fiume (Como)
Falena


Il rumore dei passi sull’asfalto
mi riporta alla vita,
ad un lungo salmodiare di macchine
nell’odore di lattice e benzina.
Ho le scarpe nuove, rosso laccate,
sigarette e cellulare,
solo un battito nel petto
a scaldare il mio sorriso
ché nel buio posso solo intuire
l’ingordo strisciare di sguardi
come coltelli.


Freddo, fari, marciapiede,
un lampione che proietta
vecchie ombre cinesi senza sonoro
nel parcheggio dietro al cimitero
dove, come una falena,
io vivo e muoio ogni sera.


Ora le promesse di un altare,
di organza e biancospino si schiantano
come detriti tra le nude cosce
in un lento precipitare di amanti
aggrappati al mio timido seno
che rovistano tra le macerie
di un amore in comodato.
Ancora un ultimo istante
per raccogliere ciò che resta,
poi dentro la pioggia un sordo lamento.


Quel pianto è il tuo, quel pianto è il mio,
non è di nessuno: è il pianto di Dio.


Premio speciale della giuria a: Andreas Georgallides (Cipro)
Silenzio immoto


Cospiro in un concerto di un profondo silenzio
annullando l’apatia del primo violino.
Porto con me lo sguardo limpido del silenzio che non hai sentito
coreografando rovine infondate con delle ripetizioni bianche.
Mittente di un silenzio intraducibile con una misura incompleta
tocco il vento del rinvio
riempiendo la sottigliezza dell’oscurità
di un’immagine migrante.
Erede di una grande scala
mi difendo le pause basse e le donazioni di aggettivi
ricorrendo in alternanze invisibili.
Disordinatamente autogestito
non sono mai riuscito a diventare controparte del mio silenzio immoto.
I boscaioli non hanno ancora tagliato questo albero devastato;
una debolezza la traduzione di questa ombra fragile.
Credetti in una lingua senza parole
ma non riuscii mai a parlarla;
aveva una sintassi difficile
con delle regole immobili.
Lapidando tutti i suoni amari
nacque un pianoforte – un grido di immensità melodica.
Ultimo atto:
boscaiolo esiliato
di una vasta foresta che si brucia.
Questo silenzio pendente, si ascoltò in ritardo.
Mezzanotte passata
e l’altra verità
non l’abbiamo mai saputa…
Fu l’alba.


Premio speciale “Mario Dalla Fini – Pittore” Ivan Fedeli (Milano)


Certo ci scriveremo ogni tanto
lettere chiedendo di te di noi
della latteria all’angolo il mattino
quando sa di caffè la vita e corre
la periferia verso i suoi sogni.
Come una volta gli innamorati
o gli amici del mare in bella grafia
la firma in fondo attenti all’indirizzo
a non sbagliare numero. Dirai
tu del tetto da rifare di rondini
e corvi sulle antenne o dell’amore
che si dà dopo i tramonti di maggio
senza che nessuno sappia cos’è
qui il cielo mentre declina la luce
e restano stelle e città intorno
e il silenzio. Saluterai allora
dopo un sigaro cubano fumato
con calma e qualche poesia letta
da un libro di Neruda tenuto lì
per la solitudine. E tutto sarà
lontano e vicino infinitamente
anche i cani che abbaiano sotto
il cancello che non va il passato
domani fino a sparire chissà
dove lungo gli argini del Lambro
così bello se piove nel fluire
di un settembre nostalgico totale.


Premio speciale “Bepi Sartori -Poeta” a
Giuseppe Reversi (Peschiera del Garda – VR)
Te sé rivà


Te sé rivà come en sofio de vento,
na farfala lesera, en profumo de
primavera.


Te sé rivà ne i me sogni: na nuvola
bianca, na perla che sluse al ciaro
de luna,
en fior che se verze a matina, na
bressa sul lago al tramonto, un canto
che s’alsa nel ciel.


Te sé rivà ne la me giovinessa a dar un
senso a la vita,
al passar de le stagioni,
a scaldar i giassi, a profumar le
primavere, a cantar l’istà.


Te sé rivà nel passar de i ani,
cocolando i fioi e i neodi
ne i to brassi verti a l’amor.


Te sé rivà a starme vissina ne i giorni
pituradi de griso
ma sempre ne i oci un soriso, en man
un masseto de fior.


Riconoscimento speciale per l’originalità della ricerca linguistica e la significativa pregnanza emotiva a Gabriele Garofalo (anni 16) – (Cosenza)


Via dalle catene


Per un afghano, le lotte sanguinarie
sono appese al macigno della croce,
prodigio, su una misera barca
con la vela dei raggi, il profumo di libertà.
Le vendette scorrono, vette dell’onnipotenza
recidendo l’aorta, quando la madre dell’emozione
dal suo ventre irato tracima preghiere,
resta orfana d’antiche melodie.
Senza pietà si torce il cappio alla gola,
s’aggrava il rimorso sulla schiena
squarciato nel sonno dalle grida assassine.
Una distesa di fumo è la coltre dell’uomo
dannato per sempre. Pane sottratto,
pezzato da stracci sul cui epitaffio leggo
“Dispero!”.
Fiotti sanguigni, violenti si mutano
in latte per infanti
al balenio del riflesso dell’acqua.


Segnalata: Camilla Ugolini- (Verona) con la poesia “kintsugi”;


È nelle crepe, sai
che ci dovremmo incontrare.
Nelle fenditure.
Nel luogo spaccato
che però sa di storia.
Nell’aria che lo oltrepassa,
nello sguardo che lo penetra.
Siamo nati interi
e ci hanno rotti.
Gli siamo scivolati dalle mani,
come cristalli umidi.
Ma la fessura antica
e lacrimante
si è foderata d’oro.


Segnalato: Roberto Ragazzi – (Rovigo) con la poesia “Aggrappata al tacere”


Ad Asra Panahi uccisa di botte in Iran per il rifiuto di intonare
una canzone dedicata all’ayatollah Ali Khamenei


E se in acqua si sciogliesse
il pianto
e tra tremori e ninne nanne
io sognassi ancora,
di luce sarebbero le tenebre
e le mie catene
polvere di sabbia.
Mi alzo e poi ricado
trafitta da questo male,
con l’invito
che addormenta ogni piacere
nel guardare tra le grate
di una cella innaturale
la luce che si quieta
quando tramonta il sole.
Lo lascio questo velo
e lo affido a mani sciolte,
al muto girovagare
di sarcofaghi viventi,
per chi a terra con gli occhi,
stanchi ed arrossati,
guarda le fragili orme
lasciate dai miei passi.
E se in canto si sciogliesse
la voce
e tra muri chiari e colorati arcobaleni
io vivessi ancora,
libere nel sorriso
sarebbero le mie giornate
e non profanate ora
dal mio parlare muto.
Forti vibrano nel vuoto
i tonfi sordi delle botte,
sospira il cuore
e, aggrappata al mio tacere,
vado in silenzio
nella notte a morire.


Segnalata: Antonella Vara – (Palermo) con la poesia “Che ne sapete voi”


Che ne sapete voi
quando piangono gli ulivi
piegandosi stremati
nel fango che giace
e avvoltoi pronti
fiondare su distesa
di candide piume
olezzanti verso il cielo.
Voi che ne sapete
di chiodi nella schiena
e carni strappate
un corpo vuoto
trascinatosi alla deriva
dove fioriscono oleandri
che si susseguono perenni
nel loro divenire.
Parlatemi stasera…
di dolore, d’apatia,
di solitudine e di morte,
dentro ali che più non sanno
spiegarsi a quel sole al balcone
di un nuovo giorno.
Sapete voi
di un sorriso accecante
in quel giardino di gesso
abbarbicato dietro la siepe dell’inganno
che traspare il suo splendore?
No…non sapete niente voi!
Ecco…forse è questo il giorno
più chiaro.


Segnalato: David Bracaloni – (Lucca) con la poesia “il mio vanto è l’amore”


Non sono un numero per le statistiche,
una crocetta che occupa un posto all’ospedale
o una buona entrata per l’ospizio.
Non sono un altro arrivato dal mare,
né un quadro definito di diagnosi psichiche.
Io sono figlio di un atto d’amore;
di un progetto segreto, custodito da Dio,
un artista di strada, che dipinge il cammino,
regalando di sé il tratto divino.
Sono un essere umano, somma di sensazioni
e di emozioni filtrate dal cuore,
che vuole dare un senso all’esistenza
senza le cifre inumane dei conti.
Non cercare il mio nome negli elenchi, vicino
ai monumenti dei caduti in guerra
o in quelli degli uomini falciati sulla terra
dall’arrivo di nuove pandemie.
Non cercarmi tra quegli zero in fila
enumerati nelle carestie
o in mezzo ai milioni, ancora senza le ali
dei diritti, indicati come percentuali.
Mi giudichi il tuo metro, ma calzando
le mie scarpe, perché ben prima di un contabile,
tu sia un esempio di misericordia.
Chiamami con la voce più amabile,
azzerando ogni numero, dell’economo vanto.


Segnalata: Egizia Malatesta – (Massa Carrara) con la poesia “Polvere


L’odore trasparente
di questa notte di maggio
accompagna i miei passi
in transito;
pozzanghere di luce appese
alla veglia dei lampioni
rimandano
una polvere densa,
aerea, abbagliante:
frammenti impalpabili
di un oltre
che ci abita intorno.
Immersa
in quello scroscio di luce
che cade
respiro il respiro del tempo
e il buio scintilla.
Costellazioni d’ombre
e voci (tante)
si affacciano sul confine:
un turbinio dolcissimo
avvolge ogni cosa
di trasparente chiarore.
Anche noi, (forse),
spogliato il peso
della pelle che indossiamo,
saremo polvere viva,
luminosa, palpitante,
radiosa vibrazione
sullo spartito di un’emozione,
capace di scrivere
parole nell’aria
e perfino di consolare,
in una notte come questa,
la nostalgia degli alberi
dove passeggia leggera
una pioggia sottile
che appende
minute gocce di luce
alla trama dell’ora.


Segnalato: Fabrizio Begoli – (Monza Brianza) con la poesia
“diritti e doveri”.


“Le droit d’auteur ? Un auteur n’a que des devoirs”
(Jean-Luc Godard)


Sa sempre di scoperta ogni ritorno
saper ritrovare tutto l’identico
nell’indistinto delle differenze.
È sempre lo stesso lago ad accoglierti
ordinario nella luce di giugno,
la spiaggia minima con i suoi ciottoli,
l’onore di una luce familiare,
Onno nella sua grazia ritrovata.
E ancora ti ritrovi ad ammirare
qualche svasso sempre più raro, i tuffi
rituali delle folaghe, a incontrare
volti nell’abitudine di un luogo,
i loro nomi che non hai mai chiesto.
Niente di insolito, tutto troppo ovvio
per meritare una poesia. Rischi
di sembrare troppo confessionale
o lirico, ripetere parole
troppo abusate, come lago sole
ciottolo, magari aggiungervi un cane
le sue capriole nell’erba. Ma questo
è l’orizzonte che hai da dire, vita
che pretende i suoi diritti
e tu, che hai solo doveri d’autore.


Risultati di tutte le edizioni del concorso:
Premio Cultura Proloco San Pietro in Cariano 2023 IV Edizione
Premio Cultura Proloco San Pietro in Cariano 2022 III Edizione
Premio Cultura Proloco 2020 San Pietro in Cariano (VR) II Edizione
Premio Cultura Proloco 2020 San Pietro in Cariano (VR) I Edizione 2020
 
 
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